L’attività di consulenza pedagogica, consiste in un intervento specialistico nell’area della relazione educativa. Esso è rivolto sia a coloro che, trovandosi in situazioni complesse o critiche, necessitano del contributo di un professionista al fine di poterle definire e fronteggiare adeguatamente, sia a chi necessita di un supporto all’implementazione delle competenze educative.
La depressione in età evolutiva può manifestarsi come:
SEGNO: che si riferisce ad uno stato di tristezza emotiva
SINTOMO: dove questo stato di tristezza è più duraturo e va ad interferire maggiormente con il benessere ed il funzionamento della persona
SINDROME O DISTURBO: dove, oltre agli aspetti precedenti, vi sono altri elementi che intervengono come l’alteramento del sonno, la diminuzione delle attività piacevoli e dell’energia e i pensieri negativi anche rivolti al suicidio.
Il maltrattamento psicologico rappresenta la forma più frequente ed incisiva di violenza all'infanzia. Nonostante questo, essendo collegato alle altre forme di violenza come la trascuratezza, il maltrattamento fisico e l’abuso sessuale, ha riportato una consistente difficoltà nell’offrire una definizione chiara e precisa sulla sua natura e continua, per questo, ad essere fortemente sottovalutato. Diversamente però dalle altre tipologie di maltrattamento, nell’abuso emozionale le conseguenze sugli aspetti strutturali della psiche infantile e del normale processo evolutivo del minore sono molto più profonde e distruttive in quanto rappresenta una forma di violenza devastante con ripercussioni a lungo termine. Spesso, infatti, esso viene confuso sia con atteggiamenti pedagogici rigidi, sia con atteggiamenti inadeguati per incuria rendendo così fortemente difficile la sua individuazione e il suo trattamento.
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La richiesta di consulenza, solitamente, può essere per sé, per i propri figli o per il nucleo familiare. In particolare, nei servizi per l’infanzia e l’adolescenza, si tratti di nidi d’infanzia, scuole di diversi gradi o comunità per minori, questo servizio di consulenza può essere rivolto ai genitori e/o alle figure che ruotano attorno ai bambini con compiti educativi, con l’obiettivo di offrire loro un supporto adeguato che sia in grado di aiutarli a fronteggiare le difficoltà e i disagi che si stanno manifestando tra loro e il minore. L’obiettivo principale della consulenza, è rappresentato proprio dall' accompagnare l’individuo nella formulazione di un progetto educativo che sia in grado di rispondere ai bisogni propri e del contesto, sia esso personale e/o professionale, in cui è inserito.
L’attuale bisogno di servizi a sostegno della genitorialità, in questa fase storica, caratterizzata da una profonda crisi economica e sociale, assume un’importanza rilevante, in quanto lo sfaldarsi delle reti sociali e familiari, l’assenza di punti di riferimento stabili e la riduzione dei servizi per i cittadini erogati dall’ente pubblico, contribuiscono in maniera determinante a dilatare la solitudine del genitore, a renderne sempre più complesso il ruolo e, di conseguenza, viene generata, sempre con più frequenza, una domanda di servizi di supporto e/o accompagnamento.
I fattori di rischio per lo sviluppo della depressione sono riconducibili sia ad un’eredità su base genetica, caratterizzata da una forte vulnerabilità ed è influenza da fattori riconducibili al disturbo unipolare e bipolare, soprattutto nelle forme di esordio precoce, sia ad un’esposizione a eventi avversi, interazioni familiari di tipo negativo, mancanza di supporto, scarsa capacità di adattamento e uno stile cognitivo negativo.
Altri aspetti importanti sono riconducibili a:
ESORDIO PRECOCE: avviene prima dei 20 anni di età e si associa solitamente ad un doppio rischio di disturbi di tipo affettivo nei familiari. Questo ne determina la natura più severa ed ereditaria. I disturbi dell’umore, inoltre, presentano una forte vulnerabilità genetica in tutte e tre le fasce d’età.
EVENTI DI VITA STRESSANTI: ovvero quei fattori di rischio che emergono quando si rileva una relazione temporale con il disturbo, la qualità dell’evento e il suo impianto negativo nella vita della persona
FATTORI SOCIALI: sono coloro che influiscono nel determinare un episodio depressivo e possono riferirsi all’ambiente e ai rapporti familiari o all’ambiente esterno determinato da un minore rinforzo sociale positivo il quale, talvolta, può essere anche del tutto assente.
La depressione nel bambino è molto difficile da diagnosticare e spesso viene confusa con altri disturbi. Gli aspetti tipici sono riconducibili al disturbo della condotta, a problematiche motivazionali o dell’attenzione, oppure, assumono la forma di disturbi psicosomatici.
È importante imparare a riconoscere lo stato emozionale del bambino attraverso l’espressione del volto e del comportamento. Infatti, possiamo trovarci dinanzi a bambini in grado di scindere le emozioni per mascherare quelle negative persistenti o dinanzi a bambini che hanno serie difficoltà nel riconoscimento delle emozioni. Le maggiori compromissioni si rilevano nel rendimento scolastico e in quelle condizioni che più si associano alla depressione come i disturbi della relazione madre-bambino, i disturbi dell’attaccamento e i disturbi della deprivazione materna.
Il maltrattamento psicologico richiede, a causa della sua complessa individuazione, una delineazione completa del profilo personale del bambino abusato, al fine di poter rispondere in modo idoneo alle deprivazioni dell’infante.
Nelle diverse forme di violenza psicologica, emerge nel bambino l’idea che vale poco, che non è amato e desiderato, trovandosi dinanzi ad un adulto che mette in atto comportamenti ambigui e incomprensibili che non gli permettono di attingere a nessun meccanismo di difesa, compromettendo così, il normale processo evolutivo, il quale risulterà profondamente distorto.
Uno degli aspetti più importanti che il bambino si ritrova ad affrontare inconsciamente, riguarda lo sviluppo di una buona salute mentale e la strutturazione del proprio Sé. Entrambi gli aspetti vengono sviluppati e rafforzati attraverso la relazione che il piccolo instaura con i propri caregivers, specialmente con la figura materna, grazie alla quale secondo Winnicott, quando il bambino guarda negli occhi della propria madre, trova se stesso, ovvero arriva a percepire e a rappresentare se stesso sulla base dell’immagine che il genitore gli rimanda. Nei casi di maltrattamento, specialmente quello psicologico, lo sviluppo di questi aspetti viene meno in quanto, viene compromessa l’immagine che il bambino ha di Sé, il quale sentendosi responsabile delle violenze subite, giunge ad avere una mancanza di una propria fiducia di base e di un senso di Sé stabilizzato. Così facendo, si viene a creare un vuoto interiore che lo costringerà ad orientarsi incessantemente verso il mondo esterno, alla ricerca di una comprensione di cosa l’adulto desideri da lui. Questo quindi, conduce il bambino ad adattarsi a qualsiasi richiesta pur di mantenere il rapporto ed un’illusoria sensazione di sicurezza con la figura adulta. Nasce così, una personalità strutturata secondo un “ Falso Sé ” che distrugge lentamente il mondo interiore del piccolo conducendolo a non avere più sensazioni, pensieri e bisogni propri, né, tantomeno, desideri propri. Dal momento che i normali processi di identificazione del bambino vengono profondamente minati, poiché l’elemento minaccioso che caratterizza il mondo esterno non permette l’interiorizzazione delle figure di riferimento, egli, nell’ambiente dei coetanei, può manifestare unicamente un comportamento imitativo che assicura, attraverso l’adesione a modelli programmati, la coesione del Sé. È possibile affermare quindi, che la socializzazione, spesso è sentita dal bambino come un elemento pericoloso, in quanto il confronto con modelli diversi da quelli interiorizzati nella relazione abusante, costituiscono un rischio molto alto, ossia il totale crollo della struttura del “ Falso Sé “ per l’improvvisa consapevolezza della propria fragilità.
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